OpenDataDay Marche

Questa mattina ore 10.20 circa. (arrivo in ritardo) 

Si parla di opendata e come questo sia importante per la diffusione dei dati riguardanti l’offerta formativa, e le informazioni di carattere scientifico che le università devono e vogliono diffondere.

In particolare sta parlando un rappresentante della università di Camerino, e sta parlando dei dati scientifici, come tesi di laurea e tesi di dottorato da trasmettere ai vari archivi in forma digitale.

Interviene poi un professore dell’università di Macerata, parla dell’utilizzo dei dati in possesso riguardo la programmazione didattica, la rilevazione degli obiettivi raggiunti in relazione a quanto programmato in base a dei parametri misurabili e oggettivi. Si tratta di ottimizzare gli interventi sul cambiamento e poter fare scelte più opportune sulla base di uno storico leggibile, appunto open. Parla infine dell’uso che gli studenti possono fare dei dati, messi a disposizione liberamente, ponendo l’accento su una voluta assenza di indirizzo sul tipo di utilizzo: sarà l’utenza a decidere quale tipo di applicazione vuole sviluppare.

Interviene Democrazia Digitale, ponendo l’accento su dati che le pubbliche amministrazioni dovrebbero mettere a disposizione dell’utenza, in ambito politico utenza==cittadini, per poter prendere decisioni al momento del voto. La sottolineatura è nella partecipazione e nella conoscenza riguardante le posizioni e scelte politiche. Il tempo speso per specificare che trasparenza!=gossip non è tempo perso.

Interviene la Contram, azienda trasporti che pubblica i propri dati in formati aperti fornendoli a google, questo rende la pianificazione di un viaggio piuttosto immediata. La Contram ha intrapreso (e portato a termine) il processo di dematerializzazione e digitalizzazione degli orari da un decennio circa, questo ha causato qualche problema iniziale, a distanza di 10 anni è stata una buona scelta. Le centraline AVM montate su tutti i mezzi Contram non è ancora implementata al 100%, è infatti lo sforzo attuale nella direzione di innovare il servizio e fornire valore aggiunto. Per i trasporti è naturale voler fornire i propri dati in formato aperto e liberamente fruibile, considerazione non banale da parte del presidente della Contram che precisa il motivo per cui si trova, come azienda, all’avanguardia riguardo gli open data, rispetto ad altre tipologie di attività commerciali.

Interviene OpenPolis, o meglio OpenMunicipio che fornisce un servizio ai comuni a prezzi veramente competitivi. Si tratta di assistenza e hosting Python (Django) con applicazione OpenPolis (o meglio, gruppo di applicazioni) installata e funzionante a poche migliaia di euro l’anno (5 o 8mila non ricordo esattamente). La piattaforma è opensource, disponibile su github e integrata con socialnetwork.

Inizia a parlare Luciano Ruffini di Banca delle Marche in modo un po’ fumoso riguardo la tecnologia utilizzata all’interno (e verso l’esterno) della banca per fornire dati a organismi aventi diritto. Questa parte non è ben specificata in termini di tipologia di dati (aggregati o specifici), né in termini di diritti di accesso. Mentre fa cenno agli interventi di normalizzazione e riguardanti la sicurezza del circuito ATM, non specificamente correlati con OpenData, ma con la sicurezza (fuori tema quindi).

Me ne vado e non partecipo alla sessione dibattito, se c’è. Ore 12.40 circa.

Da notare alcune opportunità.

Avere a disposizione i dati riguardanti i servizi disponibili sul territorio fornisce delle opportunità in campo imprenditoriale nuove, nuovi servizi. È importante che i dati forniti vengano da più attori, il valore aggiunto tipicamente è quello dato dal tipo di aggregazione che se ne fa.

Economia.

Stabilire se è opportuno avviare una attività locale nel settore alimentare al dettaglio può essere determinato diversi fattori, attualmente gli studi di mercato o non si fanno perché costano molto o non si fanno perché non se ne conosce l’esistenza (non è patrimonio conoscitivo comune il business plan), i dati aperti lo rendono questi studi affrontabili e possibilmente una offerta in questo senso ha interesse a farsi conoscere. 

Turismo.

Stabilire se è conveniente passare una vacanza presso una zona piuttosto che un’altra non è qualcosa da sottovalutare o da farsi a cuor leggero, e da entrambe le parti c’è interesse affinché l’esperienza sia il più possibile appagante.

L’offerta turistica vuol sapere se la propria attività è appetibile, e come dirigere gli investimenti affinché lo sia.

L’utenza vuole sapere a quale delle tante offerte può rivolgersi in base alle proprie aspettative e inclinazioni personali.

Avere dei dati fruibili e disponibili rende entrambe le parti soddisfatte. Il vantaggio per l’offerta è avere un monitoraggio continuo ed un incrocio possibile con studi di mercato anche esterni. Ad esempio, può essere utile stabilire qual è il mezzo più opportuno per pubblicizzare l’attività in base a tendenze di mercato: “su internet in questo momento va il rafting”, “su Sky l’ultimo mese sta avendo successo un programma sugli itinerari naturalistici”, e così via.

L’utenza è attiva nella scelta turistica più di quanto lo sia in altre scelte. La vacanza è un momento di libertà per definizione, scegliere è la caratteristica principe della libertà, e la scelta, anche se emotiva, ha bisogno di conoscenza. I dati disponibili rendono possibile lo sviluppo di applicazioni specifiche per la scelta di un itinerario vacanziero, applicazioni che siano piuttosto affidabili, che fanno incontrare domanda e offerta, e favoriscono quindi un clima di fiducia e di crescita reciproca.

Trasporti.

Nei trasporti, avere la possibilità di scegliere un itinerario e avere la possibilità interattiva di poterlo cambiare in base ad eventuali ritardi dei servizi potrebbe far nascere una opportunità da ciò che è attualmente un limite dei servizi pubblici italiani: i ritardi, cioè il disservizio. L’università di Macerata infatti fornisce i dati riguardanti le opere disseminate nel territorio completi di localizzazione. Una variazione di tragitto può essere un’occasione per interessanti fuori programma alla portata di tablet o smartphone. (sto parlando ancora di turismo effettivamente)

D’altra parte i dati in tempo reale permetterebbero anche la possibilità di sfruttare momentaneamente servizi alternativi per raggiungere la destinazione con minor disagio. Si possono sviluppare servizi di “pronto intervento trasporti” e variazioni sul tema, tipo “riservisti del trasporto” o “social taxi”. Il social taxy prevede, nel suo concepimento embtionale, la possibilità di un taxista con licenza di sfruttare una carenza di domanda momentanea per effettuare un servizio di trasporto semi-social, basato su stessa tariffa chilometrica (o leggermente maggiore) ma rivolto ad un minimo di 8 utenze. Ancora più social è l’autostop interattivo, il “social stop” che può prevedere un compenso in natura, basato cioè su baratto, o sul concetto di banca del tempo, o essere fornito gratuitamente basato su concetti di badge (nell’accezione della gamification) da sfruttare all’interno di communities virtuali e/o reali quali crediti per GAS locali, ad esempio.

Questi sono i primi bozzoli di idea che mi sono venuti in mente nell’ascoltare i relatori di questo evento. Non ho avuto modo di poter fare domande, in particolare mi interessava uno sviluppo nel senso di PublicAuth, concetto che non esiste attualmente. L’idea è avere una authority che si occupa di certificare che l’utente è chi dice di essere. Attualmente l’Agenzia delle Entrate fornisce una password personale per far accedere un utente alla propria area personale. Se l’autenticazione presso agenzia delle entrate fosse assolutamente sicura, semplicemente sfruttando OAuth sarebbe possibile per fornitori terzi (aziende) accertarsi che l’utente che si sta collegando è effettivamente un proprio dipendente, così da poter dare accesso a dati sensibili senza distribuire una password ad ogni dipendente che volesse avvalersi di un servizio fornito dall’azienda.

Conclusione (mia)

Aprire i dati, aprire le informazioni, vuol dire aprire le opportunità, non so se le idee che mi sono venute in mente trovino o meno una implementazione reale, ma certamente di sviluppi possibili ce ne sono e questa credo sia la direzione giusta da seguire. C’è bisogno di una visione leggermente più ampia per riuscire a vedere le opportunità, ma sicuramente avere a disposizione anche qualcosa di tangibile da guardare (i dati) è un prerequisito indispensabile.

Precisazione.

Non ho riportato fedelmente né completamente ciò che è stato discusso durante l’evento, questo scritto qui riguarda più cosa l’evento ha significato per me, e in particolare quello che trovo rilevante ora.

Riferimenti.

http://opendataunicam.wordpress.com/ (gruppo opendata università di Camerino)

http://opendataday.it/marche/ (la pagina dell’evento)

http://wiki.opendataday.org/Marche2013 (altra pagina riguardante l’evento)

http://www.democraziadigitale.eu/ (associazione Democrazia Digitale promotrice dell’evento)

http://www.dati.gov.it/ (raccolta nazionale di open datas) 


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